Il “turismo dell’olio” o “Oleoturismo”  affermatosi da qualche anno (sulle orme del già esistente enoturismo) individua il fenomeno per cui la filiera dell’olio è diventata attrazione turistica.

La filiera olivicola è strettamente collegata con il paesaggio e la difesa del suolo, ed ha un legame inscindibile  con la storia, la tradizione e la cultura regionale.

Le zone di produzione olearia relative alle varie regioni italiane, ciascuna con caratteristiche proprie, costituiscono fonte di tipicità del prodotto, dando luogo alle diverse” cultivar” come si definiscono le varietà coltivate.

Il carattere identitario del territorio viene spesso rafforzato anche  dalla presenza di olivi monumentali e/o reperti archeologici, dai siti storici, artistici ed in special modo dalle tradizioni gastronomiche che collegano le ricette tipiche locali realizzate con prodotti del territorio agli oli prodotti con le varietà autoctone.

Tali circostanze, assieme peraltro anche alle numerose certificazioni Dop e Igp, hanno fatto si che l’olio extravergine d’oliva possa essere stato considerato fonte di espansione turistica analogamente a quanto già è accaduto per il vino.

 

 

Principali associazioni ed eventi nel campo dell’oleoturismo

Sono sorte diverse associazioni nazionali che promuovono il turismo dell’olio. Possiamo citare  ad esempio tra le principali  L’Associazione Nazionale Città dell’Olio , di cui fanno parte i Comuni, le Province, le Camere di Commercio, i GAL (Gruppi di Azione Locale) e i Parchi, siti in territori nei quali si producono oli che documentino adeguata tradizione olivicola connessa a valori di carattere ambientale, storico, culturale e/o rientranti in una Denominazione di Origine. Compiti principali dell’Associazione sono quelli di divulgare la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di qualità; tutelare e promuovere l’ambiente ed il paesaggio olivicolo; diffondere la storia dell’olivicoltura; garantire il consumatore attraverso la valorizzazione delle denominazioni di origine, organizzare eventi, attuare strategie di comunicazione e di marketing mirate alla conoscenza del grande patrimonio olivicolo italiano. È stato inoltre realizzato un portale a tema  che consente alle singole aziende di promuovere la propria offerta. Altra associazione di rilievo può definirsi il “Movimento turismo dell’olio nazionale”. Si tratta di un consorzio nazionale che ha come obiettivi quelli di mettere in rete i produttori di olio extravergine di qualità e promuovere uliveti e frantoi come nuove destinazioni da visitare e conoscere; inoltre formare  nuove figure professionali e guide, che accompagnino i consumatori nella scoperta e nella degustazione dell’olio extravergine d’oliva di qualità.  

Tra i principali eventi finalizzati ad incentivare il turismo dell’olio figurano “Camminata tra gli ulivi, “Ulivo Day”, “Frantoi Aperti” i quali offrono una serie di programmi e contenuti quali ad esempio la partecipazione alla potatura e raccolta delle olive, le visite ai frantoi ed assaggi di olio durante il processo di produzione, tour in Bike e trekking negli uliveti, laboratori di approfondimento sull’olio evo, degustazioni di prodotti tipici, tour guidati nelle zone circostanti alla scoperta del patrimonio artistico e culturale, visite ai Musei dell’olio.

Particolare interesse rivestono “i Sentieri della fascia olivata “Assisi-Spoleto, che si articolano in cinque percorsi complessivamente di circa 90 Km, dotati di mappatura digitale, che collegano vari siti diversi tra loro, ma aventi in comune la cultura dell’ulivo. Tale percorso si inserisce in un paesaggio in cui si fondono storia, arte e territorio, incentivando altresì un turismo ambientale e consapevole.

Altro evento interessante è “Olio in cattedra” a cura dell’Associazione Nazionale Città dell’olio. Si tratta di un concorso rivolto alle scuole elementari , medie e agli Istituti Alberghieri e Agrari delle Città dell’Olio, che ha l’obiettivo di educare alla cultura dell’olio extravergine di oliva e del suo valore culturale/identitario. Si articola in diversi progetti educativi e prevede a conclusione dei medesimi la redazione da parte degli alunni di elaborati più o meno complessi a seconda delle fasce di età. Tali elaborati saranno poi giudicati da una Giuria di esperti per l’assegnazione dei premi ai vincitori.

Ma tante altre sono le manifestazioni del turismo dell’olio che si stanno affermando. Per citarne alcune pensiamo ai ” Pacchetti viaggi” prenotabili tramite il  Movimento autonomo Agenzie di viaggio Italiane(Maavi), alle Carte degli oli e Menù a tema olio nella ristorazione, agli Agriturismi come luoghi di benessere dove fare esperienze uniche, alle SPA dove l’olio extravergine di oliva diventa la base dei trattamenti.

Le aziende olearie, in sinergia con gli operatori del settore turistico, ed in particolare con i soggetti esercenti attività di ristorazione ed accoglienza, avranno l’opportunità di attrarre sempre più visitatori interessati alla conoscenza dei  territori ed al mondo dell’olio.

 

 

Normativa

Dunque se questo è il quadro generale del fenomeno, adesso definiamo più concretamente i requisiti che deve avere un’attività che si definisce “oleoturistica”, anche e soprattutto alla luce degli interventi normativi che ne hanno delineato i caratteri.

Infatti con Legge 27 dicembre 2019 n 160 art 1 commi 513-514 l’oleoturismo è stato definito “attività agricola connessa” ed in quanto tale prevista dall’art 2135 Codice Civile.

In base alla normativa citata si intendono connesse le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali

nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge.

Dunque possiamo dire che i caratteri che identificano l’attività oleoturistica come attività connessa in tutte le forme sopra descritte sono l’identità dell’imprenditore agricolo che la svolge e la prevalenza dell’uso dei propri prodotti e dell’attrezzatura normalmente usata dall’azienda .

Inoltre il decreto MIPAAF 26 gennaio 2022 ha dettato le “Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività oleoturistica”.

L’art 1 comma 3 del decreto definisce  attività di “oleoturismo” le seguenti attività svolte nei luoghi di produzione e/o trasformazione:

  1. a) le attività formative ed informative rivolte alle produzioni olivicole del territorio e alla conoscenza dell’olio, con particolare riguardo alle indicazioni geografiche (DOP, IGP), nel cui areale si svolge l’attività, quali, a titolo esemplificativo, le visite guidate agli oliveti di pertinenza dell’azienda, ai frantoi, le visite nei luoghi di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione dell’ulivo e alla produzione dell’olio, della storia e della pratica dell’attività olivicola e della conoscenza e cultura dell’olio in genere;
  2. b) le iniziative di carattere formativo e informativo, culturale e ricreativa svolta nell’ambito dei frantoi e degli oliveti, ivi compresa la raccolta dimostrativa delle olive
  3. c) le attività di degustazione e commercializzazione delle produzioni olivicole aziendali, anche in abbinamento ad alimenti, escludendo la somministrazione di preparazioni gastronomiche, non potendo prefigurarsi l’erogazione di un servizio di ristorazione.

L’art 2 primo comma decreto MIPAAF indica  quali sono i requisiti e standard di servizio per gli operatori che svolgono attività oleoturistiche:

  1. a) apertura settimanale o stagionale per un minimo di tre giorni, all’interno dei quali possono essere ricompresi i giorni prefestivi e festivi;
  2. b) strumenti di prenotazione delle visite, preferibilmente informatici;
  3. c) cartello da affiggere all’ingresso dell’azienda che riporti i dati relativi all’accoglienza oleoturistica, ed almeno gli orari di apertura, la tipologia del servizio offerto e le lingue parlate;
  4. d) sito o pagina web aziendale;
  5. e) indicazione dei parcheggi in azienda o nelle vicinanze;
  6. f) materiale informativo sull’azienda e sui suoi prodotti stampato in almeno due lingue compreso l’italiano;
  7. g) esposizione e distribuzione del materiale informativo sulla zona di produzione, sulle produzioni tipiche e locali con particolare riferimento alle produzioni con denominazione di origine sia in ambito oleicolo che agroalimentare, sulle attrazioni turistiche, artistiche, architettoniche e paesaggistiche del territorio in cui è svolta l’attività oleoturistica;
  8. h) ambienti dedicati e adeguatamente attrezzati per l’accoglienza e per la tipologia di attività in concreto svolta dall’operatore oleoturistico;
  9. i) personale addetto competente e dotato di un’adeguata formazione, con particolare riguardo alle caratteristiche del territorio, che sia ricompreso tra il titolare dell’azienda o i familiari coadiuvanti, i dipendenti dell’azienda ed i collaboratori esterni;
  10. l) l’attività di degustazione dell’olio all’interno dei frantoi o dei locali dedicati, deve essere effettuata con contenitori e strumenti idonei a non alterare le proprietà organolettiche del prodotto;
  11. m) svolgimento delle attività di degustazione e commercializzazione da parte di personale dotato di adeguate competenze e formazione, ivi compresi il titolare dell’azienda, i familiari coadiuvanti, i dipendenti ed i collaboratori esterni.            

All’art 2 secondo comma viene precisato che ”L’abbinamento ai prodotti olivicoli aziendali finalizzato alla degustazione deve avvenire con alimenti da intendersi quali prodotti agro-alimentari preparati dall’azienda stessa, anche manipolati o trasformati, pronti per il consumo, escludendo la somministrazione di preparazioni gastronomiche, nel rispetto delle discipline e delle condizioni e dei requisiti igienico sanitari previsti dalla normativa vigente, e prevalentemente legati alle produzioni locali e tipiche della regione in cui è svolta l’attività oleoturistica: DOP, IGP, STG, prodotti di montagna, prodotti che rientrano nei sistemi di certificazione regionali riconosciuti dalla UE, prodotti agroalimentari tradizionali presenti nell’elenco nazionale pubblicato ed aggiornato annualmente dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali della regione in cui è svolta l’attività oleoturistica. “

L’Art 3 comma 3 delega alle Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano la normativa in materia di  vigilanza,  controllo e sanzionatoria sull’osservanza delle disposizioni del decreto.

Attualmente le Regioni che hanno posto in essere la normativa di applicazione prevista dal decreto Mipaaf 26 gennaio 2022 sono la Liguria con delibera di giunta n 59/2020 ( addirittura precedente rispetto al decreto); la Toscana con L.R. n 15/2022; l’Umbria con delibera di giunta n 759/2022; il Veneto con L.R. n 23/2022.

 

D’Am